martedì 19 febbraio 2019

IL CASO MONTESI - XII



LE ULTIME LETTERE DI WILMA MONTESI

Articolo di "Oggi" n. 13 del 31 marzo 1954




Pubblichiamo per la prima volta un documento di grande interesse umano: le ultime quattro lettere di Wilma Montesi al suo fidanzato, l’agente Angelo Giuliani, trasferito presso la questura di Potenza. L’ultima di queste lettere porta la data dell’8 aprile 1953 e fu impostata il mattino del nove: nel pomeriggio dello stesso giorno Wilma si allontanò da casa e non vi fece più ritorno, la mattina dell’11 il suo corpo fu trovato sulla spiaggia di Torvaianica. Queste lettere rendono ancora più sconcertante l’enigma di Wilma Montesi, che vi appare come una ragazza semplice e modesta, sinceramente affezionata al fidanzato, priva di sogni, di ambizioni e di inquietudini.

Ma le conclusioni del PM Scardia appaiono in netto contrasto col tenore di queste lettere. Nella sua requisitoria infatti Scardia afferma che la ragazza, mentre scriveva al fidanzato le semplici lettere che riportiamo, avrebbe coltivato già una relazione sentimentale con l’uomo (Piero Piccioni) che poi, la sera del 10 aprile, l’avrebbe abbandonata sulla spiaggia di Torvaianica.

Le lettere di Wilma sono scritte meticolosamente, con calligrafia ordinata, senza cancellature, ma contengono numerosi errori di grammatica e di sintassi, che riportiamo fedelmente. Una curiosa caratteristica degli scritti di Wilma: la quasi totale mancanza delle maiuscole e della punteggiatura. I vari periodi sono separati da un semplice trattino.



AL FIDANZATO IL 13 MARZO 1953


Mio caro Angelo, 
ho ricevuto la lettera di tua mamma e una tua cartolina e poi finalmente dopo sei lunghi giorni la tua desiderata e attesa lettera – mi avevi promesso che mi avresti scritto tutti i giorni – comprendo che hai avuto da fare ma mi aspettavo almeno un salutino più spesso ad ogni modo ti ringrazio lo stesso e anche mi fanno piacere le tue promesse che per me saranno il sigillo della tua verità e della tua onestà – anch’io ti voglio dire che mi accorgo di volerti veramente bene e ti confesso che da vicino non te lo avrei detto perché non rientra nel mio carattere sono cose che si intuiscono e non so dirle ma la lontananza è stata complice del mio segreto – pensa che ti voglio bene e questo sarà da guida e di conforto nei momenti tristi e quando ti senti solo – scrivimi avrai da raccontarmi chissà quante cose fammi sapere come hai passato le giornate in famiglia e che cosa dicono i tuoi di me – a proposito di tuo fratello non so come mi debbo regolare se debbo scrivere dato che aveva scritto al nostro indirizzo ci siamo dimenticati di parlarne e aspetto il tuo parere se credi che io possa mandare una mia fotografia – intanto che scrivo mamma ha portato la lettera che hai scritta a papà e la cartolina di Potenza – presenta la prefettura abbastanza bene – sono contenta che ti hanno assegnato un buon posto – mandami qualche panorama e la caserma dove abiti – così posso avere una idea più precisa, aspetto con ansia sempre tue notizie –

Ti bacio con affetto la tua

Wilma


In questa lettera l’accenno alla prefettura si riferisce alla fotografia raffigurata nella cartolina inviata dal fidanzato. Va notato che questa lettera, in cui Wilma con spontanea semplicità dice al fidanzato di volergli bene, è stata scritta il 13 marzo, cioè pochissimi giorni dopo che il meccanico Piccinini, secondo la sua deposizione ritenuta attendibile dal PM la vide a notte inoltrata, sulla macchina incagliata nella sabbia, nei pressi di Torvaianica in compagnia di un giovane che il magistrato ritenne fosse Piero Piccioni.


AL FIDANZATO IL 29 MARZO 1953


Mio caro Angelo,

la tua lettera non è stata entusiasta come le prime il tuo carattere ormai lo conosco da vicino e da lontano – forse hai provato una disillusione con il permesso delle 48 ore – come mai non mi fai nessun accenno a proposito – eri talmente sicuro che in questa settimana credevo di vederti da un momento all’altro – ogni squillo di telefono pensavo che forse eri tu ogni suonata alla porta la stessa impressione poi pensavo in caso farà un telegramma – perché altrimenti se venivi e non avresti trovato nessuno così si perdevano delle ore che per così poco tempo disponibile erano preziose – poi pensavo al trasferimento che avevi detto che succedeva fra giorni – come mai non ne hai più parlato di tutto questo. Questa tua mi ha lasciato molto triste chissà per quando ci rivedremo ma fatti animo e non dare ascolto a queste mie parole non dobbiamo soffrire per questo – dobbiamo essere forti tu hai preferito chissà dove invece che Marino ormai ci vuole pazienza – sappiamo che ci dividono tanti e tanti chilometri ma con lo spirito possiamo essere vicino attraverso le nostre lettere, possiamo confessarci tutto il nostro amore sincero. Fammi sapere a proposito del trasferimento ma non te né fare un dispiacere se c’è stata una circostanza imprevista o cose simile. Mi avevi detto alla prima lettera che al servizio non c’era molta fatica – come mai adesso ti trovi così stanco che quasi non trovi il tempo per scrivere credo che avrai le ore di riposo dopo le consecutive di lavoro. Dimmi se la neve va scomparendo si sentirà anche lì la primavera oppure fa ancora freddo mi piace che mi racconti qualche cosa – dimmi come ti trovi – spiegati con sincerità tutto non mi devi nascondere mentre scrivimi dopo che ti svegli così sarai meno stanco e fammi sapere tutto aspetto con ansia la tua risposta – ho scritto a tuo fratello e gli ho spedito una mia fotografia. La lettera la spedisco stamattina prima di andare alla messa – oggi è la domenica delle palme – quanto sarei stata contenta se potevamo andarci insieme – ieri sera siamo andati dopo cena al Cinema astoria è venuto anche papà perché doveva andare per parlare di lavoro e abbiamo veduto un bel film in tecnicolor (canzoni di mezzo secolo) ed è stato molto divertente –ma ripeto sarebbe stato molto più bello se ci fossi stato anche tu. Mi dispiace dirti troppo per non addolorarti sappi che ti voglio bene. Scrivimi attendo tue notizie con ansia pensami come io penso sempre a te un bacio la tua

Wilma


Le frasi in corsivo sono state accuratamente sottolineate da Wilma nel modo esatto in cui le riportiamo. La lettera risulta impostata il medesimo giorno.



AL FIDANZATO IL 3 APRILE 1953


Mio caro Angelo

Ho ricevuto la tua in data del giorno 2 e subito ti rispondo in modo ché la nostra corrispondenza non resta interrotta – anche poco che ci dobbiamo dire – che alle volte le nostre parole sembrano esaurite, ma non deve esaurire il nostro amore – deve essere coltivato come tu dici e noi ne dobbiamo essere i responsabili – il nostro giardino d’amore deve essere sempre fiorito di un amore entusiasto e sincero uno per l’altro – sono contenta che ti hanno dato le 48 ore di permesso, che sei andato dai tuoi zii e poi in famiglia – ho ricevuto le tue cartoline e ti ringrazio – ti ringrazio pure degli auguri che già ti ho contraccambiato e ti rinnovo di cuore – ti penso – ti invio tanti affettuosi saluti la tua

Wilma


Ho scritto alla tua mamma e alle tue sorelle gli auguri di Pasqua.


La lettera come le altre, non reca alcuna correzione: la calligrafia è fittissima, ordinata. In questa lettera si nota un desiderio di voler ravvivare un affetto che, forse, andava fatalmente spegnendosi. Ed ecco l’ultima lettera di Wilma:



AL FIDANZATO l’8 APRILE 1953


Mio caro Angelo,

rispondo subito alla tua in data del 7 – ho appreso che sei stato di servizio fuori sede e che hai passato la pasqua solo fra le montagne – immagino che non sarà stato un piacere ma sono contenta di una cosa che la mia figura era sempre presente a te e ti ha dato conforto e coraggio – vedi che l’amore dà una nuova energia fa superare qualunque crisi di abbattimento morale è questo che voglio donarti a te, fede e consolazione – devi essere tranquillo di me e del mio amore sincero che non offenderei mai se sono contraccambiata con lealtà – e la tua sincerità mi devi testimoniarla in ogni lettera, in ogni tua azione come io faccio con te – la Pasqua noi l’abbiamo passata abbastanza bene (eccettuato che mi mancavi tu) il telegramma l’abbiamo ricevuto verso l’una e mezza quando eravamo appena rientrati e cominciavamo a metterci a tavola per il pranzo. Non ti so dire quanto ci è stato gradito, così non ti ho dimenticato nemmeno quando stavamo mangiando, parlavamo di te mi sembrava di averti vicino. Nel pomeriggio è venuta la sorella di papà con il bambino e mamma gli ha fatto trovare un uovo di cioccolata – ci siamo divertiti perché è tanto bello il chiacchierino – verso le sette zio Peppino è venuto a prenderli con la macchina – dopo con papà ci ha portato al Circo togni che si trova a San Paolo proprio vicino alla stazione di Ostia lo spettacolo è durato circa tre ore ed è stato abbastanza divertente – al ritorno abbiamo trovato pronta la circolare che ci ha riportato a casa, erano quasi l’una di notte – è stata una bella serata calda che sembrava quasi estate – qui fa già abbastanza caldo, credo che non sarà così dove tu ti trovi – rinnovo i ringraziamenti della cartolina e del telegramma che abbiamo gradito –la palma la conservo insieme alle tue lettere tutto ciò che appartiene è cosa da te donata è sempre gradita –mamma papà Wanda e Sergio ti inviano affettuosi saluti – attendo con nostalgia tue notizie.

Affettuosità, la tua

Wilma


Questa lettera è stata imbucata il giorno 9 aprile tra le 13 e le 14. Alle 17.15 Wilma uscì di casa per recarsi, secondo le conclusioni del PM Scardia, al fatale convegno.

Un particolare interessante: nella sua requisitoria Scardia fa rilevare che, secondo quanto avrebbero detto in un primo tempo i familiari di Wilma, la ragazza non sapeva neppure quale strada percorrere per recarsi alla stazione di San Paolo dalla quale partono i treni per Ostia. Nella lettera, invece, Wilma dimostra di saperlo bene, essendosi recata al Circo Togni che si trovava proprio nelle vicinanze della stazione Ostiense.

In quest’ultima lettera, scritta alla vigilia della morte, c’è una frase inquietante, che cela forse l’enigma di Wilma Montesi: “Devi essere tranquillo di me e del mio amore sincero che non offenderei mai se sono contraccambiata con lealtà, “E la tua sincerità mi devi testimoniarla in ogni lettera in ogni tua azione come io faccio con te”.

È possibile che poche ore dopo aver scritto queste parole Wilma possa essersi recata a un convegno con un altro uomo e possa essere rimasta in sua compagnia tutta la notte e il giorno successivo, fino alla tragica morte? O non si avverte forse, proprio in queste parole, quasi una disperata invocazione, una richiesta d’aiuto rivolta al fidanzato (La tua sincerità mi devi testimoniarla in ogni lettera…) da una povera ragazza che già temeva di cedere alle lusinghe di un nuovo amore?

Scardia sembra avere interpretato in questo senso le ultime parole scritte dalla povera Wilma.

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