mercoledì 26 settembre 2018

UN MATRIMONIO COMPLICATO, ovvero LE DISAVVENTURE DI GRAZIETTA





Nel 1947 una giovane spezzina di 23 anni, Grazietta Leonardi, lascia il natio paese di Ameglia dove i genitori ed i sette fratelli coltivavano la terra, per recarsi a Genova in cerca di fortuna.

Trova un posto come cameriera nella trattoria "Assandri" proprio di fronte all'entrata del porto, frequentata da naviganti di ogni paese, ed è proprio uno di questi, il macchinista navale Buster McCormick, di nazionalità americana, che si innamora di lei e un giorno la chiede in moglie. Grazietta, dopo qualche esitazione, dice di sì, e i due si fidanzano.

Dopo otto mesi di fidanzamento, finalmente, Buster le invia un telegramma: "Vieni il 26 luglio a Palermo, ci sposeremo là".

Grazietta, messi i vestiti più belli in una valigia di fibra, prende il treno e il giorno fissato, con matrimonio civile, diventa la signora McCormick.

Dopo pochi giorni Buster riparte con il piroscafo Harry Land alla volta di New Orleans,  ma prima di salpare le giura che entro tre mesi l'avrebbe portata a casa sua, a Dayton nel Texas, dove lui vive con la madre.

Da quel momento Buster Mayfield McCormick scompare dalla vita di Grazietta. Lei torna a Sampierdarena e, ad ogni arrivo della Harry Land che ora fa scalo a Genova, si trova puntuale sulla banchina ad aspettarlo: ma Buster non c'è. Gli amici di lui le raccontano che ha cambiato nave, forse ora fa la linea di Buenos Aires, ma non le sanno dire di più.

Intanto i pochi giorni di vita coniugale vissuti a Palermo danno i loro frutti: Grazietta aspetta un bambino. Continua a scrivere lettere, senza risposta.


Il 2 maggio 1949 nasce un maschietto che Grazietta vuole chiamare con il nome del padre di Buster, George, anche lui navigante e morto in mare. Notifica la nascita allo Stato Civile di Genova e decide di tornarsene ad Ameglia.

Nel paese però trova un'atmosfera poco amichevole: la gente la guarda in un certo modo, alla storia del matrimonio con l'americano ci credono sì e no. "La solita storia con gli alleati", dicono, "nasce un figlio e bisogna trovare una scusa per giustificarlo agli occhi del mondo".

Ma un bel giorno arriva un telegramma dall'America: Grazietta corre da un'amica che sa l'inglese e se lo fa tradurre: "Ti amo ancora. Segue lettera. Buster".

La lettera arriva in pochi giorni: è Buster McCormick che scrive.

"Tutto quello che è successo non è colpa mia. Per due anni mi hanno detto che tu ti eri dimenticata di me e non volevi più saperne. Consigliato e istigato da mia madre (non vivo più con lei dopo che ho saputo la verità) ho chiesto il divorzio. Ma ora tutto è finito e non vedo l'ora di abbracciare te e il piccolo George. Verrò presto ad Ameglia".

Era il 12 luglio 1950: a metà agosto arriva Buster e la disavventura di Grazietta si chiarisce.

La mamma del macchinista non aveva mai approvato il matrimonio del figlio, per il quale aveva già messo gli occhi su una ragazza di Dayton, sua lontana cugina, e la notizia è un fulmine a ciel sereno. Che fare davanti al fatto compiuto? Bisogna giocare d'astuzia: "Mettila alla prova," dice al figlio, "stai qualche tempo senza andare in Italia e vedrai se l'amore di quella ragazza è sincero oppure no". Buster è troppo sicuro di sè per non concedere questo alla madre. Giusto gli era stato offerto un ottimo posto a bordo di una nave che andava in Inghilterra, ed egli l'accetta.

La donna comincia allora a sequestrare le lettere della nuora: se le fa tradurre e subito dopo le butta nella spazzatura.

Buster rimane in mare ben tre mesi: anche il caso aiuta sua madre. Da Liverpool la sua nave deve andare in Germania e poi in Scandinavia: era un'epoca di forti noli e l'armatore non voleva rinunciare ai buoni affari.

Quando torna a Dayton, Buster McCormick non trova una sola riga di Grazietta. "Hai visto?" gli dice la madre trionfante, "ella ti ha già dimenticato". Buster riparte, questa volta per Buenos Aires, e le lettere di Grazietta continuano ad arrivare nella casa di Dayton. Pochi giorni prima che Buster ritornasse, la madre aveva fatto a pezzi la lettera che annunciava la nascita di George, il nipotino che portava il nome di suo marito.

Finalmente, il 2 novembre 1948, Buster ottiene il divorzio da Grazietta Leonardi da parte della Corte Distrettuale di Harris, Texas, alla quale si era rivolto su consiglio della madre. La Corte lo scioglie da quel legame, "perchè Grazietta Leonardi non ha più dato notizie di sè al marito".

Qualche mese dopo egli sposa la favorita di sua madre, la bionda Audrey McCormick, dalla quale ha un figlio.

Per quanto astuta, però, la madre di Buster non può evitare un giorno che il figlio, il quale si trovava a casa sua tra un viaggio e l'altro, vada ad aprire al postino che gli consegna una lettera di Grazietta. "Non capisco" legge, "questo tuo crudele silenzio. Ma proprio non ti commuove l'idea di tuo figlio che cresce, che porta il nome di tuo padre, che vorrà un giorno conoscerti?"

Grazietta numerava le lettere per maggior controllo: è la 150esima!

Buster chiama la madre, e questa è costretta a confessare la sua colpa. Dice allora Audrey: "E' giusto che tu torni dall'italiana. Sono pronta al divorzio". Il 12 giugno 1950 il giudice Ewing Boyd scioglie l'unione tra i due McCormick, e subito Buster scrive il suo telegramma e la sua lettera a Grazietta.

Quando Buster arriva ad Ameglia, tutta la popolazione si trova sulla via principale per vedere questo sposo venuto da tanto lontano. I due intendono partire subito per Dayton, ma qui sorge un grave intoppo legale.

Perchè Grazietta potesse seguire il marito negli Stati Uniti, essendo divorziata da McCormick, è necessario che lo risposi: ma questo è impossibile dato che il loro matrimonio risulta tuttora valido per la legge italiana. Come fare? I due si recano a La Spezia dall'avvocato Luigi Rossi, esperto in difficili questioni matrimoniali, e lui trova subito un escamotage: "Quello di Palermo fu un matrimonio civile. Non resta che fare un matrimonio religioso, concordatario, il quale portando la data di quando sarà celebrato, avrà validità in America".

Buster è entusiasta della trovata: ma è protestante, e bisogna diventare cattolico. Per molto tempo resta ad Ameglia, frequentando le lezioni di dottrina, e finalmente fa abiura nella chiesetta di Ameglia, il primo settembre 1950, per sposare, anzi risposare sua moglie il giorno dopo.

Non resta che partire per l'America. Tutto è pronto ma, al Consolato americano di Genova, fanno a Grazietta una strana domanda: "Che scuole ha frequentato?" Grazietta aveva fatto soltanto la terza elementare, ma in una scuola statale in pieno periodo fascista: a quel tempo vigeva negli USA la legge McCarran, che impediva a chiunque avesse appartenuto ad organizzazioni totalitarie l'ingresso in America, e Grazietta non può partire per Dayton.

All'epoca dei fatti (aprile 1951) Grazietta era ancora ad Ameglia, Buster navigava e la cognata Peggy, in Texas,  stava adoperandosi  per appianare tutti i problemi.

Nota:
per molto tempo ci siamo chiesti che fine avesse fatto Grazietta, e se fosse finalmente riuscita a ricongiungersi al suo Buster: il caso, rappresentato da una visita al bellissimo sito di Ellis Island https://www.libertyellisfoundation.org/ ci ha fatto trovare copia del manifesto della nave con cui lei e suo figlio erano giunti negli Stati Uniti qualche mese dopo:


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