giovedì 27 settembre 2018

LA FIGLIA DEL FELDMARESCIALLO (FORSE)




Siamo a metà del 1951 quando Kate Von Kluge, una giovane donna di 22 anni che si trova a Sanremo, viene convocata dalla polizia e invitata a indicare chiaramente le sue generalità. Le forze dell'ordine si erano mosse in seguito ad alcune informazioni riservate giunte da Milano, in cui si parlava della ragazza come di una persona sospetta che aveva cambiato, in pochi anni, parecchi travestimenti, ingannando istituti religiosi, mutando, a seconda di chi avvicinava, gli elementi essenziali della sua biografia.

Alla polizia soprattutto veniva precisato che il nome della donna non era Kate Von Kluge, bensì Maria Egidia Pàstine. Queste informazioni erano documentate e si riferivano non a vaghi sospetti quanto a sicuri elementi raccolti con scrupolo.

Interrogata da un funzionario la giovane sottoscrive questa dichiarazione:

"Sono nata il 13 giugno 1929, dall'ufficiale prussiano Gunther Von Kluge e dalla viennese Maria Von Hubner. Sono settimina e mia madre morì nel darmi alla luce, quindi mio padre, non potendo personalmente badare alla mia crescita, mi affidò alle cure del dottor Wolfgang Muller, il quale in seguito decise, d'accordo con papà, di farmi accogliere dal collegio Froebeliano di Altschonbeck, in Prussia, dove vissi fino al 1938".



Fin qui, secondo le dichiarazioni della ragazza, la sua vita si era svolta in modo pressocchè normale, e la storia quindi presenta tutti i caratteri della verosimiglianza. 

Frattanto in Germania erano successi eccezionali avvenimenti politici: Hitler era salito al potere, aveva creato il mito del terzo Reich e si era procurato, tra molti consensi e plausi, anche le diffidenze e le riserve di una parte dello Stato Maggiore tedesco. Tra i "resistenti" c'era anche il Feldmaresciallo Von Kluge il quale però, contrariamente a quanto era avvenuto a molti suoi colleghi, non fu eliminato grazie al grande prestigio che godeva tra le sue truppe. 

Nei suoi riguardi Hitler, servendosi del diabolico Martin Bormann, pensò di usare l'arma del ricatto, colpendolo cioè nella figlia e facendo di questa una specie di ostaggio per condurre a un atteggiamento più mite il fiero prussiano, che nel 1944 doveva essere costretto al suicidio. 

E cade appunto nel dicembre 1938 l'inizio della strana avventura della fanciulla: il collegio Froebeliano viene requisito e trasformato in un villaggio per la gioventù hitleriana; le alunne, in gran parte figlie di ufficiali, sono rimandate a casa; Kate, che era orfana, viene ospitata insieme alle compagne senza famiglia in un grande edificio, ancora sotto le cure del fedele dottor Muller.

Costui, nel 1939, ha l'imprudenza veramente macroscopica di condurre le allieve in gita in Francia proprio nelle settimane precedenti lo scoppio del conflitto, quando nelle città sono frequenti i tumulti contro la Germania. E così accadde che a Marsiglia il piccolo gruppo un giorno venga travolto e diviso e Kate si trovi, suo malgrado, ospite del consolato germanico di quella città, mentre la sua presenza viene segnalata subito alle alte gerarchie del nazismo.

Il piano di Hitler, insomma, si veniva attuando.

Da Berlino, infatti, giunge l'ordine perentorio di far sparire la ragazza, nascondendola in un paese dell'Alto Adige; quindi far trapelare la notizia al padre, in modo da costringere il Feldmaresciallo ad un colpo di testa, per esempio l'abbandono del comando, onde poterlo incolpare e rendere innocuo. L'alto ufficiale, però, è più astuto, perchè non si muove, non accusa alcuna reazione, soltanto segretamente manda presso la figlia due amici perchè la veglino da vicino. Scoperta però la loro presenza, Martin Bormann fa trasferire Kate a Genova e di lì a La Spezia nella villa del Prof. Luigi Pàstine che ha la moglie assai ammalata di artrite.

Il Pàstine ha due figlie: la prima, Emilia, si è  fatta suora prendendo il nome di Suor Natalia; la seconda si chiama Maria Egidia e vive in famiglia. Il giudizio che Kate Von Kluge esprime di Luigi Pàstine è quanto di più duro si possa immaginare: dice di lui che era un confidente dei tedeschi, che era violento e sottoponeva lei ad ogni sorta di maltrattamenti e di angherie. Le furono di conforto in quegli anni infelici sia la mogle del Pàstine sia un frate cappuccino, padre Amedeo da Varazze, che frequentava la casa per assistere la signora inferma. Da questo momento, anzi si crea una stretta alleanza tra il cappuccino e la ragazza, alleanza che dura ancora nel 1951 perchè il più deciso difensore di Kate è appunto padre Amedeo.

La forzata coabitazione di Kate con la famiglia Pàstine, prima a Genova poi a La Spezia, dura all'incirca fino al 1943, quando Maria Egidia muore sotto un bombardamento navale: anche la moglie soccombe e Kate comincia una serie di peregrinazioni in varie località della Riviera ligure fino al termine del conflitto. 

Nel 1945 muore anche il prof. Pàstine, dopo aver steso un testamento che sarà consegnato sei anni più tardi a padre Amedeo, cui il documento era indirizzato. Il testamento porta la data del 28 giugno 1945 e in esso, dopo un breve accenno alla vita di Kate, cui mette a disposizione un appartamento fintanto che essa non entrerà in possesso dell'ingente eredità di suo padre, così è scritto testualmente: "Chiedo perdono se non ho dichiarato il decesso di mia figlia Maria Egidia, avvenuto tragicamente senza che se ne potesse recuperare il cadavere". E ancora: "Domando perdono alla piccola Von Kluge di ogni amarezza che il suo forzoso soggiorno in casa mia le abbia potuto procurare. Dio voglia usarmi misericordia permettendo che questo mio testamento, sulla cui veridicità faccio giuramento, compia il mio desiderio di riparazione".

La scoperta del testamento coincide con l'anno delle sicure e inoppugnabili disgrazie di Kate, e cioè con il 1951.

Infatti, dopo aver narrato alla polizia di Sanremo gli episodi della sua vita, la ragazza è fermata e imputata di falso. Le viene contestato che tutto il suo racconto è inventato di sana pianta e che essa non è Kate Von Kluge, bensì Maria Egidia, la secondogenita del prof. Luigi Pàstine e quindi sorella di quella Suor Natalia del Sacro Cuore che abita in un convento di Cornigliano Ligure. Da Sanremo viene trasferita a Milano, quindi riportata a Genova per un lungo interrogatorio e finalmente ancora a Milano, dove l'8 ottobre 1951 è rinchiusa nelle carceri di San Vittore. L'interessamento di due legali milanesi le vale, pochi giorni dopo, la libertà provvisoria, pur permanendo la denuncia per falso.

In base a quali elementi la polizia può procedere? Abbiamo detto che l'avvio fu dato da certe informazioni degne di fede sull'attività e su alcuni aspetti equivoci della vita della ragazza durante il periodo che va dalla fine della guerra al 1950. 

In questi anni essa, presentando un diploma di licenza magistrale conseguita presso l'Istituto "G. Della Rovere" di Savona, si era iscritta alla facoltà di magistero dell'Università Cattolica di Milano e, successivamente, avendo preso anche la maturità classica al Liceo "De Amicis" di Imperia, aveva fatto il passaggio nella facoltà di Lettere. 

Frattanto sembra che si facesse ospitare da vari istituti religiosi, promettendo che poi sarebbe entrata come suora nelle diverse congregazioni, e in qualche caso dovette spingere la promessa fino ad un mezzo impegno perchè si presenta più di una volta all'università ora vestita da laica ora invece vestita con gli abiti di questo o di quell'ordine. Quando, poi, inizia l'azione della polizia contro di lei, Kate Von Kluge - tale era il nome che appariva nei documenti - viene depennata dai registri e la partita con l'Università Cattolica si chiude.

Ma la testimonianza più impressionante contro colei che si chiama Von Kluge viene da suor Natalia: essa infatti, quando è convocata presso un notaio per assistere, insieme a Kate, alla lettura del testamento del padre in possesso di padre Amedeo, non solo dichiara esplicitamente che quella che le stava di fronte era sua sorella Maria Egidia, ma in termini estremamente vivaci afferma che il testamento era apocrifo e che nessuna sorella era morta sotto i bombardamenti nel 1943. 

Anche in questi giorni la suora ha confermato senza esitazioni tutto questo, sollecitando al più presto una perizia calligrafica. D'altra parte a La Spezia nessuno ricorda che nell'unico bombardamento che la città subì dal mare ci siano state vittime, e persone vicine alla famiglia Pàstine, mentre riabilitano in pieno la fama del professore, uomo probo ed onesto, concordano nel riferire che la figlia Maria Egidia era un tipo strano, di viva intelligenza ma di sfrenata fantasia.

Dov'è la verità? Perchè Maria Egidia Pàstine si sarebbe voluta trasformare in Kate Von Kluge? Per entrare in possesso dell'ingente patrimonio del Feldmaresciallo tedesco, come insinuano alcuni.

Per contro: perchè suor Natalia si ostina a considerare come sorella una sconosciuta o quasi? Risponde padre Amedeo: forse solo per riabilitare la memoria del padre così ferocemente attaccata da Kate Von Kluge.




N.d.R. in seguito la ragazza fu identificata come Maria Egidia Pàstine. Non si sa perchè insistesse a fingersi Kate von Kluge, personaggio che a quanto pare non è mai esistito: il Feldmaresciallo von Kluge non sposò Maria von Hubner bensì Mathilde von Briesen (morta nel 1945 quando "Kate" aveva già sedici anni) dalla quale ebbe tre figli: Gunther, Esther e Marie Louise.
Fonte:
Wikipedia

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